La caccia provoca la morte di decine di persone, cacciatori stessi ma anche turisti, escursionisti, raccoglitori di funghi, amanti della montagna o bambini scambiati per fagiani o cinghiali.

Nella stagione venatoria 2006/2007 i cacciatori, avvezzi a sparare a tutto ciò che si muove, hanno provocato la morte di 15 persone, tra cui un minorenne e il ferimento di molte altre e un numero imprecisato di cani da riporto uccisi per errore (fonte: www.agireora.org).

La caccia inoltre inquina: ogni anno gli 800 mila cacciatori (sempre meno ma sempre più agguerriti e assetati di sangue) disperdono nei boschi, nei prati e sulle montagne tonnellate di piombo delle loro cartucce.

I ripopolamenti indiscriminati di animali, spesso non autoctoni, provocano inoltre danni enormi all’agricoltura e all’ecosistema: basti pensare all'immisione di cinghiali provenienti dal Paesi dell'est europeo, più grandi e prolifici di quelli italiani, oramai sterminati, che devastano le colture.

Una legge promulgata in tempo di guerra e mai abrogata consente loro di entrare armati nei fondi privati e a sparare a piacimento e in piena libertà.

Excalibur si batte affinché questa pratica - retaggio di un passato remoto quando la caccia era necessaria per la sopravvivenza mentre ora altro non è che un passatempo sanguinario e un business per i venditori di armi -  sia bandita per sempre dall'Italia.

 Sopprimere un animale per alimentari è naturale, ucciderlo per divertimento

è sadismo

La caccia è violenza: ABOLIAMOLA!