Ricevo dal traduttore A. C. ed inoltro uno degli ultimi articoli di Germar Rudolf, studioso dell'olocausto incarcerato in Germania per "crimini di pensiero".

 

AUSCHWITZ VENNE LIBERATA O SEMPLICEMENTE OCCUPATA DALL'ARMATA ROSSA?

di
Germar Rudolf
(2005)

Nel libro per il quale Elie Wiesel è maggiormente famoso, vale a dire Notte (edizione tascabile della Bantam, 1960), che è una lettura raccomandata in molte scuole pubbliche da una parte all'altra del mondo, Wiesel dipinge un'immagine orripilante della vita ad Auschwitz dall'Aprile del 1944 al Gennaio del 1945, quando egli era lì. Sebbene molte centinaia di migliaia di ebrei vennero presuntamente gassati lì durante questo periodo, Wiesel non fa menzione in nessuna parte del suo libro di gassazioni o di camere a gas, come Jurgen Graf e Robert Faurisson ci hanno fatto notare (vedi la tavola compilata da J. Graf alla fine del testo di R. Faurisson, "Witnesses to the Gas Chambers of Auschwitz", in: G. Rudolf (editore), Dissecting the Holocaust, seconda edizione, Theses & Dissertations Press, Chicago, IL, 2003, p.144,
www.vho.org/GB/Books/dth/fndwitness.html   ). Egli afferma tuttavia di aver visto fiamme dai camini del crematorio e di aver visto il dr. Mengele che indossava un monocolo. Entrambe le affermazioni sono chiaramente menzogne, poiché i forni crematori di Auschwitz, riscaldati con coke, non potevano produrre fiamme che passassero attraverso 15 metri di canna fumaria e 30 metri di camino (vedi Carlo Mattogno, "Flames and Smoke from the Chimneys of Crematoria", The Revisionist 2 (1), 2004, pp.73-78, www.vho.org/tr/2004/1/Mattogno73-78.html ).

Quando i russi stavano per invadere Auschwitz nel Gennaio del 1945, sia Elie che suo padre "scelsero" di andare ad Ovest con i "nazisti" e le SS in ritirata, piuttosto che essere "liberati" dal più grande alleato dell'America. Essi avrebbero potuto parlare di Auschwitz al mondo intero nel giro di pochi giorni-ma, sia Elie che suo padre, come pure innumerevoli migliaia di altri ebrei, scelsero invece di viaggiare verso Ovest con i "nazisti" a piedi, di notte e nel mezzo di uno degli inverni più freddi, e di continuare quindi a lavorare per la difesa del Reich. In effetti, essi scelsero di collaborare.

Alcune delle esatte parole di Wiesel in Notte sono (p.78): "La scelta stava nelle nostre mani. Per una volta potevamo essere noi a decidere il nostro destino. Entrambi potevamo rimanere nell'ospedale, dove potevo, grazie al mio dottore, farlo entrare [il padre] come paziente o infermiere. Oppure potevamo seguire gli altri. 'Bene, che facciamo, padre?' Egli stava in silenzio. 'Sfolliamo insieme agli altri', gli dissi."

Il racconto di Elie a questo proposito è avvalorato da altri resoconti di "sopravvissuti", incluso quello di Primo Levi. Nel libro di Levi "Sopravvivenza ad Auschwitz", abbiamo le sue parole per il 17 Gennaio del 1945: "Non era una questione di ragionamento: anch'io avrei seguito probabilmente l'istinto del gregge se non mi fossi sentito così debole: la paura è supremamente contagiosa, e il suo effetto immediato è di indurre una persona a cercare di fuggire."

Ma qui si sta parlando di fuggire con i "nazisti"-e non "nazisti" che erano semplice truppa ma presuntamente il peggio del peggio. Qui si sta parlando di fuggire con gli stessi "nazisti" che avevano presuntamente effettuato il più grande sterminio immaginabile di ebrei ed altri nell'intera storia dell'universo. Qui si sta parlando di fuggire con persone che avevano presuntamente eseguito l'omicidio giornaliero di migliaia di persone per diversi anni. Ma, secondo le sue stesse parole, egli sarebbe nondimeno andato via con loro, se non fosse stato che non si sentiva bene quel giorno; egli si sentiva debole. La "paura" che lo sopraffaceva era chiaramente paura dei russi e non dei "nazisti"; non esiste menzione della paura di quello che i "nazisti" e le SS avrebbero potuto fare quando gli sfollati sarebbero entrati nella foresta o qualche tempo dopo.

Le scelte che vennero compiute in quel luogo nel Gennaio del 1945 sono enormemente importanti. Nell'intera storia della sofferenza ebraica per mano dei gentili quale momento avrebbe potuto essere più drammatico di questo momento prezioso in cui gli ebrei potevano scegliere tra, da un lato, la liberazione per mano dei sovietici con la possibilità di raccontare a tutto il mondo della malvagità "nazista", e di contribuire alla sua sconfitta -e l'altra scelta di andare con gli sterminatori "nazisti", e di continuare a lavorare per loro, aiutandoli a preservare il loro regime malvagio? Nella grande maggioranza dei casi, essi scelsero di andare con i "nazisti".

La gravosa scelta fa venire in mente l'Amleto di Shakespeare: "Rimanere, o non rimanere; questo è il problema": rimanere ed essere liberati dalle truppe sovietiche e rischiare le loro cinghie e i loro fucili per poter raccontare al mondo intero dell'indegno "nazista"- o portare braccia e piedi contro un mare di freddo e oscurità per collaborare con lo stesso indegno "nazista"? Oh quale angoscia - questo è il punto cruciale! Così la coscienza ci fa tutti codardi.

Così quale fu il risultato finale?-Qui sembra che possa andar bene un rullo di tamburo in sottofondo, nel momento in cui Vanna White viene sul palcoscenico con la busta sigillata e la risposta per il grande enigma. La busta viene aperta e la scelta è - il tamburo rulla di nuovo - secondo lo stesso Levi, 800 scelsero di rimanere ad Auschwitz, ma 20.000 scelsero di andare via e di collaborare con gli sterminatori "nazisti". Wow! Quale sorpresa - già!

Noi vediamo la stessa deliberata collaborazione pro-"nazi" nei sopravvissuti della Lista di Schindler. Secondo la loro storia ben conosciuta, quando i russi stavano per invadere Plaszow, appena trenta miglia sulla strada ad Est di Auschwitz nel Novembre del 1944, Schindler e più di un migliaio di ebrei scelsero di andare ad Ovest con i "nazisti" in ritirata piuttosto che restare indietro ed essere "liberati" dai sovietici. Qualcuno passò persino le successive settimane ad Auschwitz-e nessuno venne gassato, neppure nel film. La mistificazione ha certamente avuto il suo tempo. Se ci fosse stato qualsivoglia genere di sterminio di ebrei ad Auschwitz, gli ebrei di Cracovia e di Plaszow lo avrebbero certamente saputo. Tutti gli ebrei che si diressero ad Ovest in realtà hanno anche negato l'Olocausto, sia pure solo con le loro mani e i loro piedi. Gli ebrei stessi sono stati i primi veri negatori dell'Olocausto, ed è tempo che abbiano tutto il credito che meritano.

L'analisi piuttosto semplice dei racconti dei sopravvissuti dell'Olocausto che ho dato qui è una confutazione facile da comprendere della mistificazione, in generale. Io esorto tutti i lettori a riesaminare i resoconti dei sopravvissuti per proprio conto, ma criticamente e sistematicamente. Internet, con motori di ricerca come Google, permette a chiunque di analizzare testualmente migliaia di resoconti di sopravvissuti onde trovare i punti deboli più rilevanti del genere di cui ho trattato. Basta cercare parole chiave come "evacuation" o combinazioni di parole come "holocaust survivor Auschwitz".

Un messaggio implicito

C'è un messaggio implicito ma anche taciuto nel revisionismo dell'Olocausto, un messaggio che dovremmo esplicitare perché tale messaggio è così scioccante da costituire attualmente un ostacolo rilevante per il nostro lavoro in generale, e perciò dobbiamo affrontarlo. Quando diciamo che la storia dell'Olocausto non è vera, io credo che stiamo anche dicendo che c'è qualcosa di seriamente sbagliato negli Stati Uniti d'America. La maggior parte degli americani crede fermamente che l'America è ancora di gran lunga la società più meravigliosa, più vicina alla perfezione sotto ogni punto di vista che il mondo abbia mai visto. Se l'Olocausto non è vero, allora ci
deve essere qualcosa di profondamente sbagliato negli Stati Uniti perché la storia divulgata è abbracciata quasi universalmente dai media, dalla stampa, e dalle istituzioni in generale. Poiché l'America è così meravigliosa, i revisionisti devono pertanto avere torto - così funziona la pseudo logica

Il vero Olocausto


Donne e bambini giapponesi e tedeschi vennero uccisi dagli Stati Uniti nel modo più orribile che si possa immaginare-arrostendoli vivi. Se i nazisti avessero ucciso delle persone nelle camere a gas, un tale metodo sarebbe stato comunque - seppur criminale - più umano e indolore e persino più civilizzato a paragone di quello che gli americani fecero davvero, persino quando, negli ultimi mesi di guerra, non c'era serio pericolo per gli Stati Uniti. Fino ad oggi in America, non c'è ancora alcun senso di vergogna o alcuna traccia di scuse. Per favore: non siate fuorviati dal falso argomento che furono i tedeschi che iniziarono il bombardamento di obbiettivi civili e perciò non hanno nulla da lamentarsi. Fu l'Inghilterra che iniziò il bombardamento deliberato di obbiettivi civili già nel Maggio del 1940, a cui la Germania, dopo molte esitazioni, rispose con la stessa moneta nel Settembre del 1940. Il bombardamento giapponese di Pearl Harbor-che all'epoca non era parte degli Stati Uniti ma una semplice colonia! - era chiaramente finalizzato solo ad obbiettivi militari senza alcuna responsabilità da parte delle donne e dei bambini di Hiroshima o Nagasaki o  Tokyo o di ogni altra città giapponese. (Vedi "Poison Gas Uber Alles", di Friedrich Paul Berg, The Revisionist, 1 (1), 2003, pp.37-47, 
www.vho.org/tr/2003/1/Berg37-47.html  )

Quando i detenuti dei vari campi di concentramento andarono ad Ovest con le forze armate tedesche all'inizio del 1945- alcuni di loro forzatamente, altri volontariamente - molti di loro morirono in quelle che oggi vengono chiamate "marce della morte". Quello che oggi viene dimenticato, tuttavia, è il fatto che milioni di civili tedeschi vennero parimenti coinvolti in "marce della morte" durante quei mesi. L'irrompente Armata Rossa compì un'autentica devastazione nell'Europa orientale. I suoi effettivi deportarono e/o sterminarono senza pietà tutti i collaboratori veri o sospettati, inclusi molti detenuti dei campi di concentramento tedeschi, la maggior parte dei quali aveva, dopotutto, aiutato lo sforzo bellico della Germania. Raggiungendo le zone orientali della Germania, quasi tutti i soldati dell'Armata Rossa parteciparono a stupri di massa, a saccheggi, a furti, e uccisioni di tutto ciò che potevano trovare. In conclusione, più di due milioni di tedeschi persero le loro vite durante quegli eventi e le marce della morte che ne conseguirono (vedi A.M. de Zayas, Terribile Revenge. Ethnic Cleansing of East European Germans, 1944-1950,
www.vho.org/store/UK/bresult.php?ID=120  ; Antony Beevor, The Fall of Berlin 1945, www.vho.org/store/UK/bresult.php?ID=134 ). Perciò, la maggior parte delle vittime delle "marce della morte" non furono vittime delle SS, ma furono vittime del caos della soccombente Germania, provocato dall'invasione dell'Armata Rossa ad Est e dai bombardamenti a tappeto degli Stati Uniti e della Gran Bretagna.

Così, davvero Auschwitz venne liberata dall'Armata Rossa? Poteva qualcuno essere liberato da quell'esercito? La risposta è, naturalmente, NO. Auschwitz venne occupata dall'Armata Rossa, come tutti gli altri campi. Come vennero occupate l'Ucraina, la Polonia, la Cecoslovacchia, l'Ungheria, la Romania, l'Estonia, la Lituania, la Lettonia, e la Bulgaria. Il regime duro delle SS nei campi e delle forze di occupazione tedesca nella maggior parte di questi paesi venne rimpiazzato dal terrore dell'Armata Rossa, che era molto peggio di qualunque cosa i tedeschi avessero fatto. Tutti sapevano quello che li stava aspettando, così milioni di ucraini e di civili degli stati baltici cercarono di spostarsi ad Ovest con i tedeschi in ritirata sin dal 1943.

I detenuti di Auschwitz non si comportarono in modo differente. Essi, parimenti, sapevano quello che li attendeva, e così la maggior parte di coloro cui fu data l'opportunità di scegliere se andar via con i tedeschi o di rimanere, scelse di andar via con i tedeschi piuttosto che essere terrorizzata dai sovietici. Questo è anche provato dal fatto che innumerevoli migliaia di quei detenuti di Auschwitz che andarono ad Ovest con i tedeschi sopravvissero alla guerra e possono raccontare oggi la loro storia talvolta abbastanza contorta. E' stato affermato che c'era almeno un milione di tali sopravvissuti dell'Olocausto nel 2000. Calcolando a ritroso fino al 1945 devono esservi stati almeno cinque milioni di tali sopravvissuti a quell'epoca. Controlla le cifre! (vedi G. Rudolf, "Holocaust Victims: A Statistical Analysis", in G. Rudolf (editore), Dissecting the Holocaust, seconda edizione, Theses & Dissertation Press, Chicago, IL, 2003, pp.209-211,
www.vho.org/GB/Books/dth/fndstats.html  )

Anche il governo britannico sapeva cosa attendeva quelli che sarebbero stati "liberati" dai sovietici. Il 29 Febbraio del 1944, il ministero inglese dell'informazione mandò il seguente dispaccio all'alto clero inglese e alla BBC:

"Signore, Mi è stato ordinato dal Ministero di inviarvi la seguente lettera circolare: E' sovente dovere del cittadino e del pio cristiano di chiudere un occhio sulle caratteristiche di coloro che sono associati con noi. Ma viene il tempo in cui tali caratteristiche, mentre rimangono negate in pubblico, devono essere prese in considerazione quando è richiesta un'azione da parte nostra. Noi conosciamo i metodi di governo impiegati dal dittatore bolscevico nella Russia stessa grazie, per esempio, agli scritti e ai discorsi dello stesso Primo Ministro durante gli ultimi venti anni. Noi sappiamo come l'Armata Rossa si è comportata in Polonia nel 1920 e in Finlandia, Estonia, Lettonia, Galizia e Bessarabia solo recentemente. Dobbiamo, perciò, tener conto di come l'Armata Rossa certamente si comporterà quando invaderà l'Europa centrale. A meno che non vengano prese delle precauzioni, gli orrori ovviamente inevitabili che ne risulteranno, provocheranno una tensione inopportuna sulla pubblica opinione di questo paese. Noi non possiamo cambiare i bolscevichi ma possiamo fare del nostro meglio per salvare loro - e noi - dalle conseguenze dei loro atti. Le rivelazioni del passato quarto di secolo renderanno le semplici smentite poco convincenti. La sola alternativa alle smentite è distrarre l'attenzione pubblica dall'intero argomento.L'esperienza ha mostrato che la migliore distrazione è la propaganda nera diretta contro il nemico. Sfortunatamente il pubblico non è più influenzabile come nei giorni della "fabbrica di cadaveri", dei "bambini belgi mutilati" e dei "canadesi crocifissi".La Vostra cooperazione è perciò vivamente richiesta per distrarre l'attenzione pubblica dalle azioni dell'Armata Rossa mediante il vostro incondizionato appoggio alle accuse contro i tedeschi e i giapponesi che sono state e che saranno messe in circolazione dal Ministero. La Vostra espressione di fede in tali accuse potranno convincere altri. Io sono, Signore, vostro servo devoto.(Firmato) H. Hewet, ASSISTENTE SEGRETARIO. Il Ministero non può entrare in corrispondenza di alcun genere riguardo a questa comunicazione che deve solo essere resa nota a persone responsabili." (Fonte: Edward J. Rozek, Allied Wartime Diplomacy, John Wiley & Sons, New  York 1958, pp.209f.; Rozek fornisce come propria fonte: Polonia, Official Government Documents, Vol. LVI, Doc.78) Quello che si dispiegò negli anni successivi fu esattamente questo: propaganda nera per nascondere i crimini contro l'umanità commessi non solo dall'Armata Rossa ma anche dagli alleati occidentali.La vera liberazione di Auschwitz - una liberazione dalle distorsioni, dalle esagerazioni, dalle menzogne, e dalla censura legale - deve ancora venire.

Germar Rudolf
Chicago, 27 Gennaio 2005.
 
     http://www.vho.org/store/UK/bresult.php?COMBO_LANG=ENG
 
Chi è Germar Rudolf
 
Estratto dall'articolo di Carlo Mattogno "Come gli storici delegano alla giustizia il compito di far tacere i revisionisti" in rete:
http://www.vho.org/aaargh/ital/archimatto/articoli/storici.html
 
Vedi anche http://vho.org/aaargh/ital/ital.html

Germar Rudolf è stato la colonna portante dell'editoria e della storiografia revisionstica dell'ultimo decennio, editore delle due riviste revisionistiche più importanti a livello mondiale, "The Revisionist" e "Vierteljahreshefte für freie Geschichtsforschung", che hanno pubblicato molti articoli di alto livello, editore e autore di numerosi studi scientifici sia in inglese sia in tedesco. Menziono per tutti due classici come "Dissecting the Holocaust" (612 pagine) e "Lectures on the Holocaust" (566 pagine), vere e proprie enciclopedie del revisionismo. Tra l'altro, grazie a lui sono potuti apparire in tedesco e in inglese tre libri, su Majdanek, Stutthof e Treblinka, che ho scritto in collaborazione con Jürgen Graf, sei miei studi su Auschwitz e uno su Belzec. Le disavventure giudiziarie di Germar Rudolf sono cominciate in Germania, dove risiedeva, negli anni 1994-1995, con una sua condanna a 14 mesi di carcere per aver redatto tra il 1991 e il 1993 una perizia sugli aspetti chimici e tecnici delle presunte camere a gas di Auschwitz che gli era stata richiesta dai difensori del maggiore a riposo Ersnt Otto Remer. Nel 1994 apparve l'opera collettiva "Grundlagen zur Zeitgeschichte", curata da Germar Rudolf con lo pseudonimo di Ernst Gauss. La magistratura tedesca fece confiscare e distruggere tutte le copie del libro, sebbene due noti storici ne avessero attestato il valore scientifico. Germar Rudolf riparò in Inghilterra poco prima dell'inizio del processo. Lì fondò la casa editrice Castle Hill Publishers. Nel 1999 le pressioni esercitate dalla Germania lo costrinsero a lasciare il paese e a rifugiarsi negli Stati Uniti, dove chiese asilo politico. Ma l'Ufficio di immigrazione e naturalizzazione statunitense considerò la sua richiesta "frivola", perché la Germania non può (= non deve) essere un paese che attua persecuzioni politiche, e voleva estradarlo nel suo paese; egli però si appellò alla Corte Federale e rimase negli Stati Uniti in attesa della sua decisione. Nel frattempo in Germania subì una lunga serie di azioni legali contro i suoi "crimini di pensiero", culminate all'inizio del 2004 nel sequestro del suo patrimonio. Lo stesso anno si è sposato con una cittadina statunitense e nel febbraio 2005 ha avuto un figlio. Il 19 ottobre 2005 Germar Rudolf e sua moglie sono stati convocati dall'Ufficio immigrazione e naturalizzazione di Chicago, indi egli è stato arrestato. Il 14 novembre è stato estradato senza clamore in Germania dove sarà condannato - a quanto pare - ad una pena di almeno cinque anni di carcere.
 
Al momento Germar Rudolf è imprigionato ad Heidelberg. Per ulteriori informazioni su Rudolf e la sua persecuzione:
http://germarrudolf.com/
http://www.adelaideinstitute.org/Dissenters1/Rudolf/Rudolf.htm
http://www.vho.org/
 
Dal novembre 2006 Germar Rudof è detenuto ad Heidelberg. Per scrivergli:

Germar Rudolf
Oberer Fauler Pelz 1
D - 69117 Heidelberg
Germany