DEMOCRAZIA, PER MOLTI MA NON PER TUTTI di Gianfredo Ruggiero
Come definire uno Stato che nega la libertà d’espressione? Che vieta di scrivere libri di storia? Che fa chiudere le case editrici? Che perseguita e incarcera gli scrittori? Il buon senso ci porterebbe a rispondere che ci troviamo in presenza di una dittatura. Che solo nella Germania nazista, nella Russia sovietica o nella Spagna della Santa inquisizione avvenivano queste cose. Che solo nei paesi islamici si vieta la libera circolazione delle idee. Invece NO! Stiamo parlando del moderno occidente, di questo occidente i cui Stati hanno posto alla base della loro costituzione i principi di democrazia, libertà e tolleranza. Principi, che come vedremo, valgono per molti ma non per tutti. Francia, Svizzera, Germania, Austria e Canada hanno da tempo introdotto nella loro legislazione leggi che vietano e puniscono con il carcere fino a dieci anni la ricerca storica sull’Olocausto, sullo sterminio degli ebrei durante il secondo conflitto mondiale. Anche l’Italia, per iniziativa del Ministro della Giustizia Mastella, si appresta a introdurre il reato di “negazionismo” per impedire la ricerca su uno dei periodi più controversi e drammatici della nostra storia recente. L’accesso agli archivi di Stato dell’ex Unione Sovietica, recenti studi sui flussi demografici, analisi chimiche sulle camere a gas e semplici calcoli matematici e considerazioni di ordine fisico hanno fatto sorgere molti dubbi, non sulla persecuzione ebraica ad opera del regime hitleriano – si badi bene - ma sul numero di morti e sulle modalità di esecuzione e spinto molti ricercatori, accademici e storici di fama mondiale e di diversa estrazione politica e culturale ad approfondire la materia. Contro di essi è scattata la censura e avviata la moderna inquisizione, per la paura che studiare a fondo l’Olocausto possa, in qualche modo, portare a rivedere il giudizio sul nazismo o stimolare nuove forme di razzismo. La Repubblica Ceca ha recentemente introdotto una nuova figura di reato per chi parla bene del comunismo e la Francia inasprito la sua legislazione repressiva per colpire chi mette in dubbio il genocidio turco del popolo armeno del 1915. La storia, secondo il nuovo modello politico-culturale di democrazia avanzata, non si fa con i libri ma con le manette, la ricerca non si fa nelle biblioteche ma nelle aule di tribunale. Mussolini, anche lui imponeva la censura ma, perlomeno, aveva il buon gusto di non definirsi democratico.
21.01.2007
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