I "DIRITTI" DELL´UOMO...di Stefano VajQual è la “formula di legittimazione” fondamentale del sistema internazionale oggi al potere? Non non sono le elezioni, non è l’Occidente, non è la “civiltà”, non è neppure il Mercato, tanto meno è la Cristianità. Sono i Diritti dell’Uomo. Tutte le altre cose di cui sopra sono in fondo valori relativi o conseguenti, e possono essere tirati fuori o meno a seconda dei casi, ma il fatto di sacrificare sull’altare dei Diritti dell’Uomo è il criterio fondamentale su cui viene soppesata la political correctness di un intellettuale come di uno Stato, di una rivista come di un partito - e la loro stessa libertà di esistere. Non credo di dover convincere di questo Galoppini o Scianca o de Benoist, che hanno a loro volta esplicitamente scritto sull’argomento, ma chi ne dubitasse può ad esempio fare riferimento all’eloquente illustrazione della specifica e centrale funzione repressiva della religione dei Diritti dell’Uomo, tanto internamente che in campo internazionale, contenuta in “I diritti dell’uomo in azione” di Eric Delcroix. Ora, sono lieto di annunciare che è stata finalmente completata ad uno degli indirizzi che leggete sotto la mia firma, ovvero http://www.dirittidelluomo.com , la ripubblicazione online del mio saggio al riguardo del 1985, Indagine sui diritti dell’uomo. Genealogia di una morale , a suo tempo uscito per i tipi di LEdE-Akropolis. Lo scopo e la portata di tale lavoro sono fornire una dimostrazione, spero convincente, del fatto che i Diritti dell’Uomo *non* costituiscono affatto un universale e necessario portato della ragione umana, bensì l’ultima, definitiva espressione di una tradizione e di una visione del mondo con una provenienza precisa, dalla fine della seconda guerra mondiale assolutamente dominanti, e che in essi ha ritrovato la sua unità primitiva. “E’ per questo che di fronte al discorso esplicito ed implicito riconducibile al tema dei Diritti ogni contemporaneo è costretto a scegliere. La ricostruzione genealogica delle radici e dell’evoluzione di questo discorso vuole essere quindi un contributo perché questa scelta possa essere più libera e radicale. Perché, comunque vadano le cose, l’avvenire non apparterrà che a coloro che sapranno pensare sino in fondo ciò che pensano - divenire ciò che sono” (dalla quarta di copertina). Senza false modestie, non credo che nulla del genere sia mai stato sinora disponibile, a cominciare da una delle più ampie bibliografie internazionali sull’argomento accessibili sul Web, e da una sezione supplementare con vari testi non conformisti usciti dopo il libro sul medesimo argomento , per finire con il testo principale, che è stato completato con tutti i link disponibili alle opere, agli autori ed alle istituzioni ivi citati, e può essere letto online o scaricato in PDF, in un colpo solo o per singoli capitoli. Se tale materiale costituisce come credo un prezioso strumento di analisi e documentazione rispetto a quello che continuo vent’anni dopo a ritenere l’aspetto decisivo di qualsiasi rifiuto rivoluzionario dello status quo, credo che meriterò di essere perdonato per la presente "shameless self-promotion", come si dice in latino. Del resto, se questo lavoro si fosse preoccupato di farlo qualcun altro, sarei stato ben lieto di risparmiarmi la fatica. In mancanza, spero che ci saranno tanti almeno che vorranno utilizzarne il contenuto, tenuto conto anche che all’epoca la crisi della LEdE che seguì immediatamente l’uscita dell’opera su carta ne danneggiò certamente la visibilità e diffusione.
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